Data center ad Arcene: se la montagna “cede” cemento alla pianura…

Data center ad Arcene: se la montagna “cede” cemento alla pianura, la pianura non rende più verde la montagna…

Con un accordo senza precedenti, Gandellino e Berbenno cedono virtualmente i loro diritti edificatori ad Arcene, consentendo la costruzione di un data center su suolo agricolo. Legambiente denuncia: si aggirano i limiti al consumo di suolo e si crea un pericoloso precedente.

 

Bergamo, 28 maggio 2025 – La notizia riportata da L’Eco di Bergamo lo scorso 13 maggio e ripresa da altri media locali ha suscitato forte preoccupazione in Legambiente. L’accordo tra il Comune di Arcene e i Comuni montani di Gandellino e Berbenno – che prevede il trasferimento virtuale di 50.000 mq di diritti edificatori dalla montagna alla pianura per consentire la realizzazione di un data center su suolo agricolo – rappresenta a nostro avviso un’interpretazione pericolosa e distorsiva dello strumento della perequazione urbanistica intercomunale.

L’operazione si fonda su uno strumento previsto dalla legge regionale, la “perequazione urbanistica intercomunale” (art. 11 della L.R. 12/2005), che permette il trasferimento dei diritti edificatori tra Comuni diversi. Tuttavia, il senso originario della norma era favorire riequilibri territoriali tra aree contigue e omogenee, non certo permettere scambi fittizi tra territori distanti e profondamente disomogenei per caratteristiche geomorfologiche, sociali ed economiche.

Nel caso in oggetto, si tratta di diritti edificatori relativi ad aree montane che verosimilmente non sarebbero mai state urbanizzate, spostati a vantaggio di un’urbanizzazione concreta, irreversibile e localizzata in un contesto agricolo di pianura già segnato da una forte pressione edificatoria.

Sotto il pretesto di un equilibrio teorico tra territori, si compie un vero e proprio scambio contabile che permette di urbanizzare aree già gravemente compromesse dalla dispersione insediativa, in cambio di edificabilità solo teorica su territori montani. Si tratta, a nostro avviso, di una compensazione fittizia, che rischia di aprire un varco normativo e politico con conseguenze gravissime per il governo del territorio.

È inaccettabile che uno strumento nato per favorire l’equità e la sostenibilità nella pianificazione urbanistica venga piegato a logiche speculative, svincolandolo completamente dal principio della contiguità territoriale e dell’omogeneità tra i contesti coinvolti. Pianura e montagna sono territori profondamente diversi, con esigenze, vulnerabilità e funzioni ecologiche non confrontabili. La possibilità che si possano trasferire diritti edificatori da un capo all’altro della provincia rischia di minare alle fondamenta ogni serio tentativo di contrastare il consumo di suolo.

“Questa operazione rappresenta una vera e propria forzatura della normativa urbanistica” – commenta Maria Vita Macchitella presidente del Circolo Terre del Gerundo di Treviglio – “Non possiamo accettare che si aggirino i limiti al consumo di suolo attraverso accordi tra Comuni lontani decine di chilometri. Se questo meccanismo venisse replicato, sarebbe la fine di ogni politica seria di contenimento del cemento: si apre la strada a un mercato virtuale dei diritti edificatori senza legame con la realtà territoriale.”

Legambiente chiede con forza:

  • che venga fatta chiarezza sui criteri con cui è stato ipotizzato questo accordo;
  • che la Regione Lombardia e la Provincia di Bergamo intervengano per escludere la possibilità di applicare la perequazione urbanistica tra territori non contigui e non omogenei;
  • che la Provincia assuma una posizione pubblica netta contro operazioni di questo tipo, che rappresentano un pericoloso precedente in grado di vanificare ogni politica di contenimento del consumo di suolo.

Serve una visione coraggiosa e coerente, che metta davvero al centro il paesaggio, l’agricoltura e la qualità della vita nei nostri territori. Non possiamo permettere che strumenti urbanistici nati per promuovere la sostenibilità diventino scorciatoie per l’espansione cementizia.

 

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