Il Santuario di Caravaggio minacciato dal cemento

Legambiente: “Basta consumo di suolo nella bergamasca. Il progetto si può ancora fermare! Vanno tutelati il valore paesaggistico e il patrimonio storico e artistico dell’area”

Là dove c’era l’erba ora c’è… un’area industriale. Parafrasando i celebri versi di una canzone di Celentano, a Misano Gera d’Adda potrebbero sorgere capannoni su 162.000 metri quadrati attualmente destinati a prato e vegetazione. Il progetto è di quelli che sulla carta ha già un evidente impatto sul territorio, andando a edificare un’area in una zona che negli anni ha visto fortemente crescere la pressione di infrastrutture e l’avanzare del consumo di suolo, se non fosse che, in aggiunta, a 500 metri in linea d’aria si erge chiaramente visibile in tutta la sua bellezza il Santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio.

Dal 2010 è aperta una vertenza con il Comune di Misano per cercare di impedire la trasformazione dell’area a destinazione agricola in un’area industriale. Nei prossimi giorni la vicenda vedrà la sua conclusione di fronte al Consiglio di Stato, a seguito del ricorso da parte del Comune di Misano contro la sentenza del TAR del 16 novembre 2018 che vedeva Legambiente e Arpa chiedere l’annullamento del PGT. 

«Si tratta di un progetto del tutto inopportuno – spiega Paolo Falbo, presidente del circolo Legambiente Serio Oglio –. A meno di 2Km a Caravaggio, infatti, c’è un’area industriale già urbanizzata di 450.000 metri quadrati ampiamente inutilizzata e a Misano esiste già un’ampia zona destinata ad uso industriale, in un comune di circa 2900 abitanti ci sembra davvero un’esagerazione». 

Nel 2010 Legambiente, affiancata dal FAI e da numerosi cittadini preoccupati, aveva segnalato alle Autorità preposte, inviando al Ministro per i Beni Culturali di allora, il Senatore Sandro Biondi e al Vescovo di Cremona la gravità di tale operazione, presentando al contempo le proprie osservazioni al Comune di Misano G. d’Adda con la richiesta di sottoposizione al vincolo di tutta l’area che circonda il Santuario. In breve tempo erano state raccolte 5000 firme, inviate alla Soprintendenza dei Beni Culturali che aveva successivamente chiesto al Comune la revisione del PGT. Anche l’Arpa, intervenuta nella procedura, nel 2014 invitava il Comune di Misano Gera d’Adda ad effettuare la “Valutazione d’incidenza come analisi sostanziale”. La Provincia di Bergamo si era espressa in favore del Comune di Misano nella valutazione del PGT basandosi su materiale fotografico estrapolato da riprese satellitari, così come allegato alla documentazione, senza mai condurre una verifica realistica dell’ambito per considerare il cono prospettico di visuale del complesso del Santuario della S. Maria del Fonte di Caravaggio dalla Rivoltana. 

«Ci pare evidente che di fronte ad un patrimonio della collettività dal notevole valore storico, artistico, culturale, religioso e non ultimo paesaggistico bisognerebbe adottare tutte le misure cautelative, in particolare quando si tratta di tutelare uno dei Santuari più frequentati ed amati d’talia, meta costante di pellegrinaggio e che ha visto nel 1992 la visita di Papa Giovanni Paolo II e di 50.000 giovani delle diocesi lombarde – sottolinea Nicola Cremaschi di Legambiente Bergamo –. Questo processo dovrebbe essere condotto dagli enti pubblici a tutti i livelli, perché si tratta di un bene primario che va anteposto agli utili di pochi. Non dovrebbe essere, invece, la sola cittadinanza attiva a manifestare interesse per la salvaguardia del paesaggio».

Anche da un punto di vista strettamente economico la promozione delle bellezze artistiche, culturali e del paesaggio è una indiscutibile priorità. Che la finalità culturale-religiosa sia indicata come primaria per 42% dei turisti, lo dimostrano anche i numeri dell’affluenza ai luoghi di culto: nel mondo su 1186 milioni di viaggiatori, più di 300 milioni di persone, pari al 27% del totale, si sono recate in una destinazione tra i primi 35 santuari nel mondo, generando un giro d’affari di circa 16 miliardi di euro e il Santuario Mariano di Caravaggio, dopo quello di Loreto, è il secondo in Italia per importanza.

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