Per un nuovo modello di sviluppo

Lettera all’Eco di Bergamo pubblicata in data 07/04/2020

Egregio direttore,

trovo molto interessante il lavoro che il suo giornale per aprire un dibattito sul futuro dell’economia bergamasca una volta che saremo usciti dall’emergenza che stiamo vivendo tutti quanti.
E’ importante approfittare di questo momento in cui tutti noi siamo forzatamente fermi per provare a riflettere un po’ e per provare a capire come vogliamo impostare il nostro ritorno alla normalità.
Sul giornale – ma anche sugli altri media locali e nazionali – sono uscite varie e diverse posizioni che raccontano come le nostre comunità stiano riflettendo in maniera articolata cercando di superare impostazioni che sembravano definite e che si sono rivelate non più in linea con i tempi.
Da questo punto di vista, invece, colpisce la dichiarazione di Antonio Sala – presidente di Autostrade Bergamasche SPA – che chiede uno snellimento della procedura per far partire i lavori della IPB Autostrada Bergamo Treviglio.

Non possiamo tralasciare di sottolineare, in merito a quest’opera, che il progetto in questione è vecchio di 13 anni e se non è partito fino ad ora, non è certo per colpa della burocrazia ma per la sua vocazione fallimentare. Tutti i tecnici che l’hanno approfondito in passato, ne hanno evidenziato limiti, carenze, inadeguatezza e contraddizioni rispetto gli obbiettivi che si prefigge di risolvere, sproporzionatamente costoso e devastante per l’ambiente. Addirittura, la documentazione allegata al progetto evidenzia come questa autostrada peggiorerà la viabilità locale.
Basterebbe dare un’occhiata al documento tecnico scaturito dal tavolo OCSE, per capire come quest’opera sia carente e sbagliata rispetto ai problemi del nostro territorio (per chi volesse leggerlo lo trova sul sito di Legambiente Bergamo: Rapporto OCSE).
Questo documento, commissionato, protocollato, pagato e mai presentato pubblicamente da Provincia di Bergamo ribadisce la necessità di un metodo per definire la priorità da dare alle opere sul territorio: un metodo trasparente ed esplicito.

E’ evidente, ormai, che siamo tutti responsabili di quanto è importante l’impegno individuale per lo sviluppo dei nostri territori e ancor più per come ricostruiremo la nostra economia dopo questa crisi. Quindi è fondamentale un nuovo approccio, anche fosse solo in termini di oculatezza nell’investimento di risorse. Risorse che non ci si può permettere di sperperare.
Sarebbe folle se, una volta usciti dall’emergenza tornassimo a fare e pensare come prima. Una nuova riflessione sul modello di sviluppo deve essere messa in campo. Non possiamo consumare e distruggere tenendo al centro esclusivamente il denaro, indipendentemente dall’utilità di un’infrastruttura o dalla devastazione ambientale.
Va messa assolutamente al centro la “Giustizia” verso le nuove generazioni e “Rispetto” del nostro ecosistema. Altrimenti da questa epidemia non avremo imparato nulla.
Cordiali saluti,

Nicola Cremaschi
Legambiente Bergamo

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