Tracce partigiane 2021
Rinviato nel 2019 per l’inclemenza del tempo e nel 2020 per l’emergenza sanitaria del Covid, nei giorni 10-11-12 settembre si è svolto il trekking “Tracce partigiane”, iniziativa avviata nel 2018, cioè nel 70° anniversario della Costituzione Italiana, cogliendo l’invito del costituzionalista e partigiano Piero Calamandrei, quando agli studenti milanesi disse, tra l’altro: “Se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la Costituzione, andate sulle montagne dove caddero i partigiani…”.
Con questo spirito si è svolto anche il trekking di quest’anno, organizzato da Legambiente Bergamo, con il sostegno di: ANPI Comitato Provinciale Bergamo e sezioni Val Brembana, Cinisello Balsamo, Valsassina, Brianza Lecchese, CAI Bergamo e Sesto San Giovanni, Legambiente Lecco.
Poiché il trekking partiva dalla Valsassina, è stata particolarmente utile la collaborazione delle sezioni ANPI che da molto tempo operano in quella zona.
Il percorso (dalla Valsassina alla Valle Taleggio) è molto interessante dal punto di vista paesaggistico e dal punto di vista storico; ed è ancor più interessante per la storia vissuta da questi territori e dalle loro popolazioni nella prima metà del “secolo breve”. Confrontarsi con questa fase della storia costringe ad abbandonare i luoghi comuni sul regime fascista, sull’antifascismo e sulla Resistenza e sicuramente aiuta ad abbandonare quella maledetta retorica, che nel corso dei decenni ha creato solo confusioni e ha ostacolato il processo che doveva portare l’antifascismo a essere patrimonio di tutti i cittadini.
La Resistenza in Valsassina
La Resistenza in Valsassina ha delle specificità che la diversificano da quella della Val Taleggio, ma anche molti legami con la Resistenza della valle bergamasca.
Tra gli elementi che caratterizzano la Resistenza della Valsassina si nota soprattutto la composizione sociale delle formazioni partigiane, in cui confluiscono molti lavoratori delle fabbriche milanesi e brianzole; è fuori dubbio, inoltre, che dopo una prima fase di spontaneismo, la Resistenza valsassinese si rivela molto organizzata.
I primi rastrellamenti sono dell’ottobre 1943, ma le azioni di guerriglia contro l’occupante nazista e il nemico fascista si moltiplicano col passare del tempo; la vera organizzazione militare della Resistenza in Valsassina avviene con la fusione tra la brigata “Matteotti” e la brigata “Rosselli”, da cui nasce la seconda divisione “Garibaldi”.
Alla fine di ottobre 1944, la Valsassina subisce un grande rastrellamento (130 morti e 500 deportati) e alla brigata “Rosselli” non resta che fuggire in Svizzera.
Altri partigiani saranno fucilati nel rastrellamento del dicembre 1944, che coinvolge anche la Valtaleggio.
La Resistenza in Val Taleggio
Non si deve dimenticare che la Val Taleggio è una valle piuttosto isolata, senza uscita (elemento da non trascurare per comprendere le vicende resistenziali), trasversale rispetto all’alta Val Brembana, dove le attività industriali sono scarse; l’economia è basata sull’attività agricola e di allevamento e sulla piccola proprietà; il fascismo ha portato le centrali idroelettriche e ha sostenuto il turismo, senza modificare molto lo stato di povertà che costringe a cercare lavoro altrove e, in tempo di guerra, alimenta il mercato nero.
Qui arrivano persone che vi hanno soggiornato in villeggiatura, sbandati, renitenti alla leva, prigionieri fuggiti dal campi della Grumellina, e, nonostante gli sforzi del CLN, la Resistenza è caratterizzata da uno spiccato spontaneismo, che rivela spesso la disorganizzazione. I gruppi che qui operano sono diversi e compositi, fanno rare azioni di guerriglia e mirano soprattutto al controllo del territorio; questa situazione fa emergere, tuttavia, alcune personalità di spicco, che si distinguono per la capacità di iniziativa, ma anche personalità dal comportamento molto ambiguo.
Dopo il rastrellamento di Cantiglio (dicembre 1943) e il rastrellamento del giugno 1944 si chiude l’esperienza della “X Garibaldi”; col trascorrere del tempo si tenta una riorganizzazione e l’“86ª Garibaldi” entra nella seconda divisione garibaldina (con la “Rosselli”); il grande rastrellamento di ottobre mira alla distruzione di tutta la divisione, mentre i partigiani devono fare i conti con la sfiducia della popolazione e la loro diffusa insofferenza verso le decisioni dei comandi, tra i quali c’è anche chi patteggia con i nazifascisti e tenta un accordo.
L’"86ª Garibaldi" si riorganizza tra l’inverno 1944 e i primi mesi del 1945, nonostante l’accanimento dei fascisti sulla popolazione, e partecipa alla liberazione dei principali centri della Val Brembana.
Il percorso è stato:
venerdi 10 settembre ritrovo a Bergamo a Introbio (Valsassina). Percorso da Introbio (586 m) al rifugio Tavecchia alla Bocca di Biandino (1493 m), pranzo al rifugio; quindi per il rifugio Grassi al passo Camisolo (1987m); cena e pernottamento.
sabato 11 settembre partenza dal rifugio Grassi per i Piani di Bobbio e quindi tramite il Sentiero degli Stradini al rifugio Sassi Castelli ai Piani d’Artavaggio (1649 m), pranzo al rifugio; quindi per il rifugio Gherardi ai Piani dell’Alben (1647 m), cena e pernottamento.
domenica 12 settembre partenza dal rifugio Gherardi per Cantiglio (1082 m) passando per la val Asinina (593 m), pranzo al rifugio; quindi per la Pianca (810) e rientro a Bergamo
venerdi 10 settembre
h 08.00 ritrovo a Bergamo, stazione delle Valli, per trasferimento in pulman a Introbio (Valsassina).
Percorso da Introbio (586 m) al rifugio Tavecchia alla Bocca di Biandino (1493 m, 2 h 30’), pranzo al rifugio; quindi per il rifugio Grassi al passo Camisolo (1987m, 1 h 30’); cena e pernottamento.
sabato 11 settembre
h 08.00 partenza dal rifugio Grassi per il rifugio Sassi Castelli ai Piani d’Artavaggio (1649 m, 4 h 30'), pranzo al rifugio; quindi per il rifugio Gherardi ai Piani dell’Alben (1647 m, 1 h 30'), cena e pernottamento.
domenica 12 settembre
h 08.00 partenza dal rifugio Gherardi per Cantiglio (1082 m, 4 h 30’) passando per il Ponte del Becco (593 m), pranzo al rifugio; quindi per la Pianca (810, 1 h 30’), pulman e rientro a Bergamo.
CAROVANA DELLE ALPI 2021
TRACCE PARTIGIANE
venerdì 10, sabato 11, domenica 12 settembre
Nel 2018, nel 70° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, abbiamo raccolto il celebre invito di Pietro Calamandrei: andare a conoscere i luoghi dove nacque la Carta Costituzionale, da Branzi ai Laghi Gemelli, quindi ai laghi d'Aviasco per concludere all'Alpe Corte. Tre giorni bellissimi di montagna e di memoria, accompagnati da Mario Pelliccioli, per ripercorrere le strade, le storie, le vicende partigiane,
Quest'anno ripetiamo: 10-11-12 settembre, da Introbio al Rifugio Dino Tavecchia e quindi al Rifugio Grassi, dove si pernotta. Si scende al Rifugio Sassi-Castelli e quindi al Rifugio Gherardi per la notte.
La mattina del 12 si va a Cantiglio e quindi alla Pianca. Altri luoghi, altre vicende, uguale storia.
Perché per capire la nostra Carta Costituzionale occorre andare nei luoghi in cui è nata.
Vi aspettiamo!
I posti sono forzatamente limitati: per iscriversi scrivere all'email traccepartigiane@legambientebergamo.it
La proposta ha incontrato l’adesione e il sostegno dell’ANPI Comitato Provinciale di Bergamo e Sezioni Valle Brembana, Cinisello Balsamo, Valsassina, Brianza Lecchese e delle Sezioni CAI di Bergamo e Sesto S. Giovanni.
La partecipazione è aperta a tutti, purchè di età superiore ai 16 anni e in condizione di affrontare il trekking proposto.
Massimo 20 partecipanti.
La quota di partecipazione è di 125 euro. Per soci Legambiente, CAI, ANPI e studenti: 115 euro.
Le iscrizioni devono pervenire entro il 22 AGOSTO 2021 inviando il modulo accluso, accompagnato dalla ricevuta del versamento di un acconto non restituibile di 20 euro sull’IBAN IT 81 R 05018 11100 000012366969 all'indirizzo traccepartigiane@legambientebergamo.it
Il saldo sarà versato alla partenza.